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“Pesce d’aprile”, un giorno improntato sugli scherzi e le burle con un’origine antica a cui anche Firenze ha preso parte

Anche quest’anno il mese di aprile bussa alle porte ed inizia con un sorriso e tanta voglia di scherzare legati alla tradizione del suo primo giorno.

Il “pesce d’aprile” è un giorno in cui vengono organizzati scherzi e burle a dei poveri malcapitati. Sicuramente a tutti sarà successo di essere vittima di qualche burla. Ovviamente ci sono scherzi più gettonati e innocui che si fanno spesso tra i banchi di scuola, come quello di attaccare dei foglietti dietro la schiena di un compagno oppure far sparire per qualche ore un oggetto del malcapitato. Tuttavia, c’è anche chi si adopera per inventare scherzi elaborati e realizzati coi fiocchi.

 

Da dove nasce questa famosa tradizione? Si narra che tutto iniziò nell’antichità. Una leggenda racconta che in Egitto Marco Antonio, volendo vincere una gara di pesca, si fece attaccare all’amo un grande pesce e che Cleopatra invece lo sostituì con uno piccolo piccolo. Spostandoci invece nei territori dell’Antica Roma, si collega questa tradizione agli scherzi che i nostri antenati erano soliti organizzare in occasione delle feste organizzate in onore della dea Cibele.

Un’altra possibile origine di questa usanza sembra essere legata ad una vecchia consuetudine francese di regalare pacchi vuoti in questa occasione alla fine dei festeggiamenti del Capodanno, prima che venisse adottato il calendario Gregoriano.

Ovviamente noi Fiorentini non siamo rimasti nell’ombra e c’è chi sostiene che tale tradizione sia nata proprio nella nostra città. Si racconta infatti che in passato il primo giorno di aprile coloro considerati “boccaloni” venivano mandati a comprare del pesce in una “speciale” piazza in cui tali prodotti si potevano però trovare solamente sotto forma di effigie.

Per quanto riguarda il nome di questa antica tradizione, sembra che già il nome in sé ne faccia capire il significato. Si dice pesce d’aprile perché così come i pesci abbocca all’amo, così quelli che a Firenze si chiamano bischeri abboccano agli scherzi dei burloni.