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Palazzo Vecchio, per la precisione il Salone dei Cinquecento, ospiterà un evento sull’intelligenza artificiale che si preannuncia veramente interessante.

Si terrà martedì 15 ottobre, dalle ore 9.30, “I Protagonisti del XXI secolo: voce AI ragazzi”, dibattito tra esperti e giovani studenti organizzato da AIxIA (Associazione Italiana per l’Intelligenza Artificiale) in collaborazione con l’I.S.I.S. Gobetti Volta, il Dipartimento di Lettere e Filosofia dell’Università di Firenze e il Comune di Firenze.

Tanto è l’interesse verso questo tema che l’evento, in programma presso il Salone dei Cinquecento, è già sold out, ma, per chi è interessato, sarà possibile seguire gli interventi in diretta a questo link:  https://www.youtube.com/watch?v=nUrx9hNQUBo

Per comprendere meglio perché è stato organizzato questo evento e perché è importante parlare di Intelligenza Artificiale con le giovani generazioni, abbiamo intervistato il presidente di AIxIA, Piero Poccianti.

Presidente Poccianti, le chiedo di presentarsi e, come è nato in lei l’interesse per l’Intelligenza Artificiale?

 

Ho studiato Fisica all’università ma mi sono avvicinato all’informatica già a 14 anni. Disciplina che ho avuto l’occasione di approfondire anche al lavoro, in particolare al Monte dei Paschi, dove ho usato strumenti di intelligenza artificiale per alcuni progetti. La mia passione per l’intelligenza artificiale nasce però molto tempo fa, quando ero un ragazzo. Ricordo un racconto di fantascienza di Asimov, dove viene narrato di un computer che diventa autocosciente, che mi ha affascinato e avvicinato alla disciplina. Da allora ho cominciato a studiare e non ho mai più smesso.
Per quanto riguarda invece l’Associazione, è dal 2000 che sono entrato a far parte del direttivo di AIxIA, ne sono poi stato vicepresidente per 4 anni e adesso sono il presidente da 2 anni.
Che cosa si intende per intelligenza artificiale?

È una disciplina che appartiene alla branca dell’informatica e che si pone l’obiettivo di far fare a delle macchine cose che, se fossero fatte da un uomo, diremmo che sono operazioni intelligenti. È un concetto difficile da spiegare perché, ad oggi, non abbiamo nemmeno una chiara definizione di intelligenza umana.
Dal punto di vista scientifico e accademico, però, questa disciplina possiamo dividerla in due grandi aree. La prima è la General Artificial Intelligence che vorrebbe creare una macchina senziente e intelligente in senso lato, capace quindi di provare emozioni e dotata di autocoscienza. Possiamo tranquillamente affermare che per ora siamo molto lontani dal raggiungere tale risultato. La seconda area è invece quella della Narrow Artificial intelligence, ossia dell’intelligenza artificiale ristretta. Questo campo di ricerca sviluppa le tecniche dell’AI in un’area specifica, come ad esempio la diagnosi medica, la guida autonoma, il riconoscimento del parlato usando la percezione, la logica, il ragionamento e l’apprendimento. Tramite obiettivi quindi mirati, cerca di far compiere alle macchine determinate operazioni. La macchina, al contrario della General Artificial Intelligence, si ferma al suo ambito di pertinenza, non sconfina. È proprio nel campo della Narrow artificial intelligence che sono stati raggiunti risultati straordinari, che nemmeno i ricercatori si aspettavano di raggiungere.

Che cos’è l’Associazione Italiana per l’Intelligenza Artificiale, che obiettivi si pone?

L’Associazione è nata nel 1988, in seguito all’IJCAI (International Joint Conferences on Artificial Intelligence Organization), ovvero un convegno internazionale di Intelligenza Artificiale che si è tenuto a Milano nel 1987 e che tornerà di nuovo in Italia nel 2022.

AIxIA è nata con lo scopo di diffondere e stimolare la ricerca e l’interesse verso l’intelligenza artificiale in Italia e conta attualmente più di 1000 membri. L’associazione si impegna in una serie di attività, molte delle quali con l’obiettivo di favorire la comunicazione tra i soci, ma anche tra le diverse anime dell’IA (studiosi, aziende, cittadini etc…). Da alcuni anni organizza anche molti eventi per il pubblico, specialmente per gli studenti e, da quest’anno, abbiamo organizzato la prima edizione dell’AI Forum un evento interamente dedicato alle tecniche AI per le aziende. Vista la varietà degli incontri, cerchiamo di parlare ogni volta con un linguaggio diverso e adeguato al contesto, mettendo sempre in luce gli impatti sia positivi che negativi che l’AI potrebbe avere sulla società, sull’ambiente, sull’economia e, soprattutto le questioni di natura etica.

 

Da dove nasce l’idea dell’evento “Protagonisti del XXI secolo: voce AI ragazzi”?

Questo tipo di evento è nato nel 2015, anno in cui abbiamo organizzato eventi coinvolgendo le scuole con lo scopo di raggiungere studenti e ragazzi. Per poter parlare dei possibili effetti dell’intelligenza Artificiale abbiamo quindi cominciato ad avere collaborazioni anche con gli esperti del settore, quindi economisti, sociologi e ingegneri ambientali che potevano affiancare i giovani cittadini. “Protagonisti del XXI secolo: voce AI ragazzi” è sicuramente un evento particolare ideato con la volontà di mostrare un percorso scolastico formativo, chiamato RapP, a cui gli studenti del Gobetti Volta hanno preso parte. È infatti da un anno che noi come Associazione lavoriamo con alcuni studenti di questo istituto e con la facoltà di Scienza della Comunicazione dell’Università di Firenze per riuscire a fornire ai ragazzi degli strumenti adeguati affinché possano elaborare una propria opinione sull’intelligenza artificiale ma anche sviluppare un pensiero critico relativo a queste tematiche.

 

Che cosa si aspetta da questo evento?

Mi aspetto e mi auguro che il dibattito possa essere esteso anche ai ragazzi in sala e spero che questo progetto abbia continuità e che si possa espandere anche ad altre scuole. I ragazzi hanno un’importanza fondamentale, non solo perché sono il futuro ma anche perché hanno una forza comunicativa adeguata per diffondere conoscenza, soprattutto tra i coetanei. Esplicativo di quanto appena affermato è la campagna vaccinale americana, che ora le racconto. Il presidente Roosvelt a causa della poliomielite rimase paralizzato e, quando fu scoperto il vaccino per questa malattia, avviò una campagna vaccinale indirizzata agli infanti e agli adolescenti. Quello che è accaduto è che però i ragazzi non si volevano vaccinare. Il presidente Roosvelt, allora, organizzò una campagna mediatica massiccia e per l’occasione vennero anche chiamati a partecipare molti personaggi famosi che si fecero fotografare mentre venivano vaccinati. Nonostante questo espediente, gli adolescenti continuavano a non vaccinarsi. Hanno cominciato solo quando loro stessi hanno preso coscienza del pericolo e a loro volta si sono mobilitati con ogni mezzo, dal porta a porta fino ai mezzi di comunicazione dell’epoca, per poter convincere i loro coetanei a fare questo atto di prevenzione. Un po’ come sta succedendo oggi con il fenomeno “Greta”. Dobbiamo creare quindi una generazione, in cui crediamo fermamente, ma a cui dobbiamo fornire gli strumenti per leggere la realtà e comprendere, in modo approfondito, i fenomeni che stanno avvenendo nella società di oggi.