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“La generatrice dei miracoli” in scena Venerdì 25 maggio alle ore 21:00, con una data unica sul palco del Cinema Teatro La Compagnia (via Cavour 50r a Firenze). L’intero ricavato della serata sarà devoluto alla Onlus “Voa Voa Amici di Sofia”, dedicata alle famiglie con bambini affetti da patologie neuro degenerative

INTERVISTA A CATERINA CECCUTI

Ciao Caterina, di cosa tratta il tuo romanzo “La generatrice di miracoli”?

Tratta un genere di narrativa così detta “gotica”, che in questo caso parecchio ha a che fare con la spiritualità, la fede e tutta la drammaticità di una tentazione demoniaca. La vicenda si svolge tra la fine dell’800 e l’inizio del ‘900. Protagonista è Teresa, una ragazza che abita un antico casale sulle colline di San Donato, insieme alla sorella Lisa.  In tenera età, osservando l’alba dalle colline di casa, Teresa riceve la chiamata di Dio e decide di dedicare a Lui l’intera esistenza. Comincia così un’avventura ai limite del sovrannaturale. La giovane protagonista prende i voti e inizia ad assistere i malati, affiancando il dottore di paese, ma la distanza dalla cara sorella rappresenta per lei una spina nel cuore, cui si somma lo strazio dei malati che visita ogni giorno. Lo spettacolo della loro sofferenza affligge Teresa fino al punto da diventare un tormento, e una notte, nella sua cella, la suora riceve la visita di un demone tentatore che le offre in dono la possibilità di guarire qualsiasi malattia con il solo tocco delle sue mani. Teresa, spaventata e ammaliata nello stesso tempo, resiste e rifiuta. Ma la Bestia tornerà a perseguitarla, assumendo diverse forme e identità…La trama evolve in un incalzante e drammatico combattimento interiore da parte della protagonista e nel susseguirsi di fatti che la portano a dover scegliere se utilizzare il dono di origine demoniaca per guarire le persone a lei più care, o piuttosto restare devota a Dio e accettare le tragiche conseguenze di una scelta virtuosa.

Com’è nata l’idea di crearne un adattamento teatrale?

Quello di portare uno dei miei romanzi in teatro è un desiderio che ho sempre avuto. Quando nel 2015 La generatrice di miracoli riceve il Fiorino d’oro per la narrativa alla XXXIII edizione del Premio Firenze, ho preso il coraggio a quattro mani e ho chiesto a Gianluigi Tosto, un attore che stimo, di leggere il romanzo ed eventualmente consigliarmi un regista che potesse essere interessato. Mi risponde che avrebbe fatto avere il libro a due registi che avrebbero potuto apprezzare il genere. Dopo qualche mese eravamo seduti a un tavolo del Caffè Le Murate insieme a Paolo Biribò e Marco Toloni, per discutere di come mettere in scena l’opera. Da quel momento, per i due anni successivi, ci siamo tutti impegnati molto nella stesura della sceneggiatura.

A cosa ti sei ispirata quando hai scritto questo romanzo?

Ho scritto La generatrice di miracoli in un periodo della vita in cui sentivo forte dentro di me il bisogno di trovare una spiegazione alla condizione di dolore che vivevo a causa della malattia di mia figlia Sofia. Nei cinque mesi che mi separano dalla sua scomparsa, ho potuto comprendere più profondamente il senso di questa storia che, mentre mi trovavo a scrivere, riuscivo soltanto a intuire. E alla fine credo di essermi ispirata fondamentalmente a lei e alla nostra esperienza comune. Dolore e sofferenza fisica, quando non possono essere combattuti, devono essere accettati, e questo vi assicuro che non è per niente un processo semplice, né tanto meno naturale. Solo attraverso un lento, faticoso, pericoloso percorso si riesce a trasformarli in qualcos’altro, qualcosa che oserei definire uno stato di sofferenza spirituale, che non ci permetterà di essere mai più gli stessi e che, soprattutto, coinvolgerà non soltanto chi si trova a vivere emozioni estreme in prima persona, ma anche quanti sono costretti ad annaspare nella frustrante condizione dell’impotenza. Però, nonostante tutto, sarà un processo di crescita di inestimabile valore che condurrà all’innalzamento dello spirito. Così accade anche ne La generatrice di miracoli, in cui fede, tentazione e accettazione s’intrecciano e contaminano irrimediabilmente, fino al colpo di scena finale.

Quando andrà in scena lo spettacolo? Per info e biglietti?

Grazie all’intenso lavoro dei registi Biribò e Toloni e all’impegno della loro associazione EsTeatro, lo spettacolo andrà in scena già il prossimo 25 maggio alle 21, con una data unica sul palco del Cinema Teatro La Compagnia (via Cavour 50r a Firenze). L’intero ricavato della serata sarà devoluto alla Onlus Voa Voa Amici di Sofia, dedicata alle famiglie con bambini affetti da patologie neuro degenerative, come lo era appunto mia figlia. I biglietti (12 euro a persona) si trovano in prevendita presso la biglietteria del teatro, sul circuito online www.boxol.it/cinemalacompagnia/it, oppure chiamando la segreteria della Onlus al numero 338.4344618.