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Firenze, si sa, è tra le città più amate e conosciute al mondo. Moltissimi sono i libri che ne raccontano la storia e ne raccolgono curiosità e aneddoti. Tuttavia non basterebbe la più grande enciclopedia per descrivere tutti i piccoli e grandi dettagli che certe volte sfuggono persino a noi che ci siamo nati.

Non tutti sanno, per esempio, che, mentre ci affrettiamo ogni giorno a portare a termine i nostri impegni quotidiani facendo i conti con il continuo movimento delle lancette sui nostri orologi, ce n’è uno secolare che sembra scandire il tempo in modo diverso. Un grande e antichissimo orologio, situato in uno straordinario monumento che è uno dei principali simboli della nostra Firenze, gira infatti al contrario e termina il suo compito giornaliero con il calare del sole.

Dove si trova questo particolare orologio?

Lo possiamo ammirare in Santa Maria del Fiore dando le spalle all’altare e guardando la controfacciata. Colui che realizzò quest’opera tanto particolare fu Paolo Dono, artista fiorentino passato alla storia con il soprannome “Uccello”, legato probabilmente alla sua passione per la pittura di animali e in particolare di uccelli.

Nel realizzare la sua particolare opera nella controfacciata del Duomo, Paolo Uccello dipinse un quadrante di ventiquattro ore posizionando i numeri romani dall’uno al ventiquattro in senso antiorario. L’orologio, inoltre, non funziona come i nostri e termina il suo percorso al tramonto invece che a mezzanotte e, dato che l’ora del tramonto non è mai la stessa, questo “segna-tempo” ha bisogno di essere continuamente “aggiustato”.

Perché Paolo Uccello progettò questo orologio in tal modo? Il fatto di far terminare le ore della giornata al tramonto deriva probabilmente dalla consuetudine della “Hora Italica” usata nel Quattrocento. L’idea di dipingere le ore al contrario, invece, non sembra avere una particolare motivazione.

Del resto a noi Fiorentini, da sempre, piace distinguerci per la nostra originalità.