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Nato l’8 Giugno del 1993, Donato Santoianni studia chitarra e pianoforte in giovanissima età, abbandonando poi il percorso “accademico” e continuando da autodidatta. La sua prima vera esperienza nel mondo della musica risale al 2008, con la partecipazione al Festival Nazionale di Castrocaro Terme: si esibisce come artista più giovane nella finale su Rai Uno

È con il brano “Poche Ore” scritto in collaborazione con Gianni Bella è arrangiato da Danilo Madonia (presentato al Festival di Sanremo edizione 2015 nella sezione Nuove Proposte e classificatosi tra le prime 60 canzoni selezionate dalla direzione artistica) che il progetto artistico con Nuova Gente prende definitivamente forma. Con questo brano, Donato si aggiudica il premio musica del Gran Prix Corallo 2015 come miglior artista emergente. Nel 2015 collabora alla realizzazione dell’album “Made in Italy”di Matteo Brancaleoni (interprete italiano, conosciuto anche all’estero) come autore della parte inedita. Il brano “Domani” scritto da Donato per la parte letteraria raccoglie notevoli critiche positive. L’autore collabora dal 2014 con il circuito radiofonico “Onda Show” come opinionista di attualità musicale italiana e internazionale e come blogger/autore per il sito “All Music Italia”. Nel 2016 viene premiato dalla Società Italiana Autori per meriti di Compositore e Autore emergente.Pubblica nel 2017 l’EP digitale contenente due brani “Voglio vivere di musica”“il turno infrasettimanale”. Con questo ultimo brano partecipa come finalista all’edizione 2018 di Musicultura con conseguente inserimento e pubblicazione del suo brano nella compilation Rai. Nell’ottobre del 2018 pubblica il brano “Una Parola in Meno” dedica speciale per suo nonno e prodotto con la collaborazione artistica di Adriano Pennino.

INTERVISTA A DONATO SANTOIANNI

Donato, raccontaci com’è nato il tuo cammino con la musica…

È nato da bambino con la passione tramandata dai miei genitori entrambi appassionati di musica in modo diverso. Mamma amante delle belle canzoni della musica italiana e delle grandi voci, Papá amante del cantautorato impegnato e dei contenuti in musica. Ho iniziato subito da ragazzino a calcare palchi molto importanti, probabilmente troppo. Non ero ancora a fuoco e facevo musica in modo inconsapevolmente egocentrico. Ero consapevole di cantare bene, ero un esteta della voce ma non avevo contenuti. Non dicevo niente di nuovo. Poi col passare degli anni e con le diverse delusioni ho trovato la forza di canalizzare la mia vita e le mie idee diventando autore. Oggi con questo brano che anticipa l’album “Fossi nato prima” per la prima volta posso dire di essere orgoglioso della mia musica. Di riconoscermi in quello che scrivo, suono e canto. Ed è un grosso successo. Ho realizzato una video intervista che pubblico periodicamente sui miei social che racconta proprio questo percorso ad ostacoli che ormai è iniziato 10 anni fa. Credo sia emblematica di quanto vi ho raccontato.

 

Il tuo brano “Le vie del centro”: è un inno al passato alla “vecchia Italia”?

Il mio brano in realtà è più un inno per il presente. Un’esortazione al cambiamento per migliorare il mio oggi. Ma in un mondo in cui tutti pensano e spingono per un cambiamento alternativo al passato io spingo per un recupero della bellezza e degli insegnamenti di chi c’era prima di me. Credo e penso che l’errore più grande di quest’epoca sia stato quello di improntare il progresso sulla negazione del lavoro fatto dai nostri predecessori. La verità è che tanta della bellezza che oggi riconosco nel mondo e che mi accompagna tutti i giorni, che sia storica o culturale, che sia anche il semplice vivere con dei principi sani di educazione e senso civico sia merito di mio papà e di mia mamma e di conseguenza dei miei nonni è così via a salire. Da qui il mio canto malinconico al passato. Davvero non ha più senso aprire un negozio di dischi? Parlare di arte? Scrivere o leggere poesie? Credere in qualcosa? Non ha più senso la parola data, stringersi la mano, guardarsi negli occhi mentre ci si parla? Se questa è la mia generazione e il mondo che ci viene imposto e che dobbiamo accettare, io non ci sto. Se questa è l’idea di nuovo al quale ci convincono di dover ambire allora non ci sto e rivoglio Monica Vitti e le Messaggerie Musicali sotto i portici in corso Vittorio Emanuele a Milano. Voglio cambiare il presente, certamente! Ma ripartendo dalle cose belle del passato. Perché onestamente non vedo niente di nuovo all’orizzonte che valga la pena sostituire alla tanta bellezza che ho conosciuto dal passato.

 

Cosa pensi dei talent? Sono dei veri passaggi alla notorietà?

Non ho un pensiero univoco. Non è né giusto ne sbagliato partecipare! Non si può essere totalmente contro o totalmente a favore. Ci tengo a precisare però che quando si parla di talent si parla prima di tutto di un programma televisivo e poi di musica. Non è il programma ad essere prestato a favore della musica ma il contrario. La musica è una scusa per fare un bel programma Tv. A questo consegue il mio pensiero. Penso che se un ragazzo oggi è cosciente di questa gerarchia Tv musica ed è consapevole del compromesso che accetta e che deve accettare, tanto da essere sicuro che il prezzo valga il risultato, allora fa bene a partecipare, a crederci e a metterci tutto il suo impegno. Personalmente io credo che per me, per la mia storia, per il mio carattere, per la mia personalità e per le mie canzoni il talent show sia il posto meno adatto per permettermi di esprimermi serenamente e di godermi la mia musica. Se il piacere di scrivere e di cantare le mie canzoni viene superato dall’ansia e dalla paura di dovermi snaturare, al successo preferisco il localino in centro città. Ai milioni di persone continuo a preferire 20 persone. Non posso che rispondere per me. Non credo sia giusto dare lezioni ad altri. Ognuno ha la sua storia.  Attenzione, ovvio che vorrei tantissimo avere un pubblico enorme che mi segue ma vorrei arrivarci senza perdere per strada me stesso, altrimenti non ne vale la pena. La risposta alla domanda? Sicuramente accelerano il presunto raggiungimento della notorietà ma aumentano anche di molto il rischio di diventare il sogno degli altri e non la realizzazione del tuo.

 

E’ previsto un tour o appuntamenti musicali con la tua musica?

Al momento è prevista l’uscita di un secondo brano “Milano vista mare” per venerdì 24 in attesa della pubblicazione dell’album “Fossi Nato Prima” . È prevista una pubblicazione di una video intervista a puntate che racconterà la mia esperienza musicale e le tematiche del disco che si può trovare sui miei canali social. A queste faranno seguito concerti che stiamo pianificando per l’estate e le diverse attività di promozione radio e stampa.

Sei mai stato a Firenze o in Toscana? Hai dei ricordi con la nostra città?

Certo che sì! In qualche modo sono anche io nel mio piccolo toscano. Mia sorella vive ad Arezzo con la sua famiglia e con lei il mio nipotino meraviglioso. Quindi una parte del mio cuore e della mia testa è costantemente lì in Toscana. Vado spesso da loro e passo di conseguenza da Firenze. Il legame forte e costante con la tradizione, con la storia. Il vostro spirito ricco di orgoglio e fierezza nelle vostre radici e nella vostra cultura è in qualche modo l’espressione di quanto rimpiango nella canzone “Le vie del centro”. È una fortezza di attaccamento alle radici che va preservata e che vedo e percepisco anche nei più giovani.