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Non c’è dubbio che, per tante ragioni, esattamente al pari di Roma, anche Firenze si possa considerare una sorta di museo a cielo aperto. Si tratta di una città che, per chi la visita per la prima volta, ma non solo, finisce per stupire e affascinare, grazie ai suoi monumenti e alle sue opere più uniche che rare.

Al giorno d’oggi, tra l’altro, visitare Firenze in modo alternativo è possibile, allontanandosi magari un po’ rispetto agli itinerari più battuti dai turisti. In effetti, grazie al mondo del web sono tanti i settori che sono stati rivoluzionati, come ad esempio quello dei casinò, con il boom delle slot a tema calcio, ma il mondo dei viaggi è cambiato veramente in misura incredibile in confronto a qualche decennio fa. Ora, infatti, tanti itinerari si possono organizzare direttamente in autonomia: è sufficiente un pc o uno smartphone e la connessione per navigare su internet. Così, proviamo a dare uno sguardo a un itinerario del tutto particolare, che vi permetterà di ammirare Firenze da un altro punto di vista.

La Berta

In realtà, probabilmente è ben parlare prima parlare dell’edificio che chi è stato almeno una volta a Firenze conosce molto bene, ovvero la Chiesa di Santa Maria Maggiore. Si tratta di una chiesa che si trova nel bel mezzo di uno dei centri storici più affascinanti di tutto il pianeta.

Si tratta di un luogo di culto particolarmente antico, dal momento che è stata realizzata nel VIII secolo. Se state passando sulla piazza che riprende lo stesso nome, proprio all’angolo con via de’ Cerretani, il suggerimento è quello di cercare con lo sguardo la torre campanaria mozzata. Sarà facile imbattervi visivamente con La Berta, ovvero un personaggio del tutto leggendario che è stato ribattezzato in tal modo da parte dei fiorentini.

Sembra che tutto sia legato al lontanissimo 1326, quando lo scienziato Cecco d’Ascoli, decise di lanciare una maledizione a una donna che non salvò dalle fiamme. Interessante scoprire un po’ tutte le leggende che sono dedicate alla Berta, come quella che la rappresenta come una fruttivendola che diede in dono alla chiesa una campana, con l’intento, tramite tale strumento, di avvisare i lavoratori del momento in cui si aprivano e si richiudevano le porte della città.

Avete mai visto il torno cornuto a Firenze?

Se prestate attenzione, potreste ammirare la testa di un bovino che è incastonata proprio tra le varie statue che fungono da decorazione per il Duomo. In base a quanto è stato narrato dalla tradizione, ecco che tale statua dovrebbe essere uno dei tanti omaggi fatti dai costruttori ai diversi animali da traino che furono utilizzati per provvedere al trasporto di tutti quei materiali necessari per l’edificazione di tale Cattedrale.

Un’altra leggenda particolarmente diffusa, invece, narra di come la testa del bovino, che a quanto pare corrisponderebbe a un toro, rappresenterebbe, invece, il simbolo di un tradimento. La leggenda parla di come un capomastro che aveva iniziato a lavorare presso il cantiere della Cattedrale, infatti, aveva intrapreso una relazione clandestina con la moglie di un fornaio, il cui negozio si trovava nelle vicinanze. Una volta venuto alla luce il tradimento, ecco che il fornaio decise di denunciare sia la moglie che il capomastro al Tribunale Ecclesiastico. Ebbene, pare che fu proprio l’amante a collocare la testa del bovino in una posizione frontale rispetto alle finestre della bottega del marito, per ricordargli il giorno del tradimento.

Il Diavoletto del Giambologna

Avete mai sentito parlare del Diavoletto del Giambologna? Proprio in uno degli angoli di Palazzo Vecchietti, c’è una sorta di diavoletto misterioso che sembra guardare un po’ tutti i passanti. In realtà, il diavoletto in questione, il cui originale è conservato presso il museo Bardini, venne fatto realizzare da Bernardo Vecchietti, il proprietario del palazzo, per via di un episodio legato alla vita di un santo, ovvero San Paolo.