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Post diploma: Tra il mondo del lavoro e le Università si inseriscono gli ITS. Una nuova realtà formativa su cui la Regione sceglie di investire 13,5 milioni di euro in tre anni.

Il mondo post diploma.

Finite le scuole superiori, tra il lavoro e il mondo delle università, si apre una terza strada. Una scelta intermedia tra il sistema universitario e la realtà produttiva.  Si tratta degli Istituti Tecnici Superiori (da qui ITS) che nascono per rispondere alle nuove richieste formative delle imprese.

La Regione Toscana sceglie di investire negli ITS (e Poli Tecnico Professionali) nel prossimo triennio 13,5 milioni di euro «con l’obiettivo dichiarato di contrastare la tendenza ancora troppo forte alla dispersione scolastica» come sottolinea Cristina Grieco, assessore regionale all’istruzione e formazione. In effetti, sono proprio gli ITS a rappresentare l’alternativa valida alle Università.

Il contesto degli ITS

Le Università rappresentano oggi un sistema formativo fortemente orientato alle professioni invece che alla realtà produttiva del paese.

Così, spesso, alle università accede chi è interessato a diventare architetto, commercialista, ingegnere, avvocato, notaio, spin doctor, attuario, medico, infermiere, psicologo ma difficilmente chi si sente più orientato a diventare parte di un processo produttivo più ampio.

Dall’altro lato le imprese hanno necessità di manodopera specializzata.

Così, con l’evoluzione del sistema impresa il ruolo dell’operaio e/o del dipendente si è trasformato.

Oggi le aziende per essere competitive hanno necessità di personale qualificato, che non può essere un diplomato perché non ha una formazione sufficientemente specializzata ma nemmeno un laureato universitario perché formato con altri obiettivi.

In questo contesto si inseriscono gli ITS. Considerando che solo in Toscana tutti i corsi conclusi hanno raggiunto percentuali occupazionali attorno all’80% il successo degli ITS è ormai confermato. Inoltre, nell’ultimo quinquennio si è registrato un calo delle immatricolazioni universitarie probabilmente causato proprio da queste nuove possibilità formative. Ben vengano, quindi, i finanziamenti a questi nuovi istituti