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Il Ministro per le Riforma, Maria Elena Boschi, in televisione si lascia andare ad una serie di affermazioni poco corrette e serie nel rispetto della storia di chi ha combattuto per il nostro Paese.

Negli ultimi giorni i primi caldi hanno forse dato qualche problema ad alcuni.

E’ successo infatti che un Ministro della Repubblica Italiana, Maria Elena Boschi (PD), fidata donna del Premier Matteo Renzi  si sia lasciata andare alle seguenti dichiarazioni in diretta televisiva nazionale in merito alla presa di posizione di ANPI (Associazione Nazionale Partigiani) sul prossimo referendum costituzionale dell’ottobre 2016 riguardanti le modifiche alla nostra Carta: “L’Anpi sicuramente come direttivo nazionale ha preso una linea, poi ci sono molti partigiani, quelli veri, che voteranno “SI” alla riforma“.

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Da questa affermazione quanto mai avventata ne è seguita una polemica infinita a mezzo stampa e tv.

Infatti,  ci domanderemo a quale titolo il Ministro Boschi, distribuisce patenti di saggezza a questo o quel Partigiano sentenziando che vi  siano Partigiani veri o meno veri? Ci pare la sua una presa di posizione assurda e di totale mancanza di rispetto verso la storia di coloro che hanno insieme ai Soldati Alleati salvato la Nostra Italia dalla dittatura Fascista.

Vedere che la sinistra Renziana odierna si mette a rincorrere la storia e determinate icone politiche (come ad esempio nei giorni successivi successo con Ingrao , Nilde Iotti o Berlinguer) per difendere o meglio sostenere le proprie tesi “Pro referendum”, mi fa pensare ad una Maggioranza di Governo veramente “in scadenza” ed in preda ad una confusione totale.

Ha ragione Pierluigi Bersani (PD) quando poco dopo le affermazioni rilasciate dal Ministro Boschi dichiara: “Come si permette la ministra Boschi di distinguere tra partigiani veri e partigiani finti? Chi crede di essere? Siamo forse già arrivati a un governo che fa la supervisione dell’Anpi? È evidente che siamo a una gestione politica sconsiderata e avventurista”. Oppure ancora più chiara è la posizione in merito ai fatti descritti sopra del Giornalista e Direttore de La7 Enrico Mentana che afferma:

“La discussione sui partigiani e il referendum costituzionale è surreale . Già dividersi tra Innovatori e Guardiani del tempio era insensato. Già cominciare lo scontro referendario più di cinque mesi prima del voto è demenziale. Ma ora è un peccato mortale della democrazia strapparsi di mano le icone sacre della sinistra e pretendere di dire come avrebbero votato quei grandi comunisti che non ci sono più, o da che parte devono stare i partigiani. Gli uomini e le donne della Resistenza, il movimento che ci permise poi di essere padroni del nostro destino, con la Repubblica e appunto la sua Costituzione, se ne sono andati quasi tutti”.

Crediamo e credo che la politica debba tornare a parlare del suo tempo, con temi e vicende attuali. Che si parli della Riforma vera o presunta che sia, ma che si parli dei contenuti e di quei 41 articoli su 139 modificati. Purtroppo però mi pare difficile per non dire impossibile uscire da questo tunnel creato da Matteo Renzi  medesimo.  Personalizzare il referendum di ottobre 2016  è stata una sua recente scelta scellerata. La Costituzione non si giudica come si giudica un Governo. La Carta Costituzionale è di tutti, non è figlia di questo o quel Governo di sinistra o di destra. Mai.