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La nuova moda sul tema della dieta e dell’alimentazione ruota attorno a un concetto e a un termine apparentemente complesso: “flexitariani”. Non servono ristoranti con cucine e menù ad hoc, tanto che, a Firenze come altrove, non spunteranno come i sushi-espressi e all-you-can-eat degli ultimi tempi. E’, in altre parole, come essere vegetariani ed onnivori, “con buonsenso”.

VEGANI PENTITI E VEGETARIANI ANNOIATI

Dire “sì”, qualche rara volta alla carne: non è una vera e propria rivoluzione, ma, per regimi dietetici severi o serverissimi come quelli di vegetariani e vegani poco ci manca. Essere flexitariani, in realtà, può anche continuare a escludere fettina, bistecca e cotoletta, ma comunque tollerare, di tanto in tanto, uno sgarro alla regola con alimenti di origine animale: ad esempio carni bianche.

POCA CARNE FA BENE ALLA SALUTE

Secondo alcune ricerche, i vegetariani vivono mediamente 3 anni e mezzo in più e hanno un peso solitamente il 15% inferiore rispetto ai non-vegetariani: il contributo di poca carne alla dieta vegetariana non altererebbe questi valori, tanto di consentire anche alcuni sgarri fondati sulla ridotta quantità e la qualità dei prodotti. Poca, pochissima carne, quindi, sarebbe consentita.

LA CARNE DIVIENE UN “CONTORNO”

Poi, beninteso, anche i “flexitariani” possono complicarsi la vita: 5 giorni senza carne e un massimo di 500 grammi gli altri due è la dieta-basic, ma è previta anche una versione per ‘esperti’ che prevede di non superare i 2 etti a settimana. In altre parole, la carne cambia ruolo: da piatto principale, a “condimento” o “contorno”. Da qui una tartare o uno snack come di moda tra i vip.