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Per anni ognuno di noi ha dovuto “convivere” con portafogli e salvadanai riempiti di monetine da 1 e 2 centesimi, ritenute troppo spesso inutili e quindi destinate ad essere utilizzate molto raramente.

Questo 2018 però ha portato un’importante novità che porterà, presto o tardi, alla scomparsa delle monetine di piccolo taglio.

Dal primo gennaio di quest’anno infatti lo Stato ha smesso di coniare le monetine da 1 e 2 centesimi. Tuttavia i famosi ramini continueranno a circolare fino al loro esaurimento, mantenendo valore legale. La norma adesso prevede che i pagamenti in contanti vengano arrotondati per eccesso o per difetto al multiplo di 5 più vicino. Per lo Stato tutto ciò rappresenterebbe un risparmio di addirittura venti milioni di euro, destinati al Fondo per l’ammortamento dei titoli di Stato.

Per evitare che questo risparmio per lo Stato si trasformi in un rischio per le tasche degli italiani, il Garante per la sorveglianza dei prezzi è stato incaricato di monitorare la situazione, in modo da elaborare in futuro un report da sottoporre al Ministero dello sviluppo economico, in modo tale da (eventualmente) intervenire con misure in tutela dei cittadini.

Abbiamo detto che in caso di pagamento in contanti i prezzi vengano arrotondati. Cosa succede invece se si paga con un metodo diverso? In questo caso non vi è alcune differenza rispetto a quanto fatto fino ad ora: i pagamenti resteranno dell’importo originale senza alcun tipo di arrotondamento.

Una decisione che sicuramente rende più pratici i pagamenti in contanti, nella speranza ovviamente che questo non comporti un danno alle tasche degli italiani.