fbpx

Molte volte sulle pagine dei giornali, cartacei e online, nei blog e sui social network quando si parla del centro di Firenze si tende spesso a descriverlo come un luna park, una sorta di Disneyland per stranieri. La preoccupazione di tanti, tantissimi, fiorentini è che, infatti, la parte storica della città in riva all’Arno sia oramai preda delle frotte di turisti che arrivano da tutto il mondo e che di conseguenza sia sempre più inospitale per gli “abitanti autoctoni”, costretti ad emigrare verso i quartieri limitrofi.

Si percepisce con chiarezza lo sgomento derivante dall’abbandono di quelle strade che hanno visto nascere la “fiorentinità” e che hanno visto il passaggio di tante personalità storiche che hanno reso Firenze la splendida perla che è sempre stata. D’altro canto però, quasi un anno fa, i numeri presentati dalla ricerca “Come Vive la città” portavano il sindaco Dario Nardella a smentire le percezioni elencate precedentemente, dichiarando che questo studio fosse “l’ulteriore prova che il centro non è svuotato dai fiorentini”. Dove sta la verità non è dato saperlo.

La guerra dei numeri sembra ancora lontana da trovare una conclusione e le due fazioni, chi vede uno svuotamento del centro storico e chi ritiene che questo esodo non sussista, si stanno ancora fronteggiando a colpi di studi e ricerche.

 

Una questione annosa ed evidente si ripropone però da anni nelle strade all’ombra di Palazzo Vecchio: con l’afflusso giornaliero di migliaia di turisti sono prosperate moltissime attività dedicate ai visitatori, soprattutto quelle improntate allo street food. Questo fatto ha però portato con sé un crescente attrito tra queste attività economiche e tanti altri soggetti, quali residenti e altri commercianti.

Via dei Neri e la catena All’antico Vinaio

Esempio lampante e attuale è via dei Neri e la catena All’antico Vinaio. Questa strada si è sempre contraddistinta per la presenza di negozi che vendevano prodotti manifatturieri ma negli ultimi anni ha visto la proliferazione di locali che vendono cibo, molto spesso da asporto. Se ne possono contare una ventina. Di questi, 3 appartengono All’antico Vinaio. Dal primo negozio aperto nel 1991, infatti, la famiglia Mazzanti grazie a notevoli intuizioni e alla qualità elevata dei prodotti è riuscita a farsi conoscere in Italia e all’estero, diventando il locale più recensito al mondo nel 2014, e ad espandersi.

Questa notorietà ha portato loro però non solo un notevole giro d’affari ma anche notevoli problemi con il vicinato. In primis con gli altri imprenditori, che vedono la propria vetrina oscurata ogni giorno dalle centinaia di persone che attendono in coda il proprio turno per la schiacciata ripiena. Non solo. Una volta acquistata la prelibatezza, i turisti, senza ritegno, si siedono ovunque per consumare il panino e di conseguenza creano notevoli disagi alla circolazione, alle volte perfino dei mezzi di soccorso. I visitatori rendono, inoltre, per i clienti degli altri negozi e i residenti il camminare per via dei Neri una vera corsa ad ostacoli, dovendo schivare gli “accampamenti” delle varie comitive. L’inciviltà dei visitatori è tale che, al termine del pasto, molte volte la strada diventa un vero campo di battaglia, con cartacce, bicchieri e altri rimasugli sparpagliati sull’asfalto.

I commercianti, furibondi e oramai allo stremo, hanno tentato in tutti i modi di trovare una soluzione, sia con la famiglia Mazzanti che con Palazzo Vecchio, ma tutto è stato inutile. La situazione è giunta ad un livello di criticità tale che qualche giorno fa il titolare di un negozio di prodotti di pelle, Mohammed, è stato aggredito da alcuni turisti solo perché cercava di liberare il marciapiede di fronte al suo negozio dalla loro presenza invasiva e dannosa.

Quello che non dobbiamo assolutamente fare è pensare di criminalizzare tutti quegli imprenditori, come Tommaso Mazzanti, che grazie al loro street food sono diventati un’eccellenza a livello internazionale.

Il vero problema è il mancato rispetto delle regole da parte di una (piccola) parte di quelle persone che vengono nel nostro paese in visita di piacere. Problema non solo di Firenze ma di tutta Italia, basti pensare al tuffo in mutande di alcuni turisti nella fontana dell’Altare della Patria. All’amministrazione è richiesto quindi di intervenire, quando serve, per far rispettare l’esistente regolamento di polizia urbana. Devono garantire il rispetto del decoro da parte dei visitatori e la libertà di iniziativa economica privata di tutti gli imprenditori, sancita dalla Costituzione.

Servirebbe poco ma sarebbe un grande segnale per i cittadini fiorentini.