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Se pensiamo ad un ippopotamo sicuramente la prima immagine che ci verrà in mente non sarà Firenze. Purtroppo però un povero malcapitato è giunto nella nostra terra secoli fa e lo possiamo vedere ancora oggi..

Nel cuore della nostra città si estende uno dei giardini a cui il popolo fiorentino è immensamente affezionato.  Parco da sempre considerato come un luogo romantico per gli incontri amorosi, grazie alla magia che ogni suo angolo racchiude, ma non solo. E’ visto anche come un posto di fuga e di evasione per molti ragazzi che scelgono di passare una mattinata a passeggiare piuttosto che andare a scuola. Un giardino magico fatto costruire secoli or sono e custodito fino ad oggi come uno dei nostri tesori più amati. Questo meraviglioso parco, conosciuto da tutti con il nome Giardino di Boboli, è stato protagonista di una bizzarra quanto insolita vicenda nel corso del diciassettesimo secolo…

Come molti sanno in quel giardino, in passato, furono fatte mettere delle gabbie con dentro scimmie e pappagalli, ma quello che è davvero sorprendente riguarda la presenza, per un breve periodo, di un animale assolutamente particolare. Può sembrare forse impossibile e difficile da immaginare, ma un tempo uno dei laghetti di quel parco fu dimora di un ippopotamo.

Che ci faceva un ippopotamo nel Giardino di Boboli?

Si racconta che un sultano, o forse un visir, nel 1677 regalò questo animale a Cosimo III, grandissimo appassionato di animali e piante esotiche. Egli, soddisfatto del suo regalo, destinò però l’animale ad un triste destino perché lo incatenò in un laghetto dove purtroppo lo sventurato ippopotamo non riuscì a sopravvivere a lungo a causa del clima non adatto a lui.
Le sue sventure però non terminarono con la sua morte. Il corpo del povero ippopotamo venne affidato ad un artigiano perché lo imbalsamasse ma la leggenda racconta che gli venne consegnato privo di zampe. Quell’uomo quindi, non avendo mai visto un ippopotamo prima di quel momento, pare che portò a termine il suo lavoro attaccando all’animale delle zampe di cane.


Dov’è adesso quel malcapitato ippopotamo?
Lo possiamo ancora oggi vedere al Museo dello Specola.